Morto
un banner se ne fa un altro
e questo "altro" in questo caso si traduce con advergame.
Morto il banner perché oramai da più parti si rileva l’inefficacia
di questo strumento (tutta da verificare, come indicato nell’analisi
dell’efficacia dei banner), e nasce quindi l’euforia per il nuovo
re Mida della comunicazione pubblicitaria online: l’advergame.
Con questo termine s’intende un sistema basato su di un gioco (più
o meno intelligente) e una registrazione dei dati dell’utente; in sostanza
si invoglia l’utente a partecipare al giochino, per accedere al quale
bisogna effettuare la compilazione di un form con alcuni dati personali; dopo
di che si può accedere al gioco.
Se si vince si partecipa all’estrazione dei premi.
Per inquadrare il sistema in termini off-line, si tratta di un concorso a
premi (la categoria è quindi quella delle promozioni).
Vediamo subito i plus di questo sistema:
l’utente rimane per un tempo di tutto rispetto a contatto con la marca
che promuove il gioco
la comunicazione prevede un’attiva partecipazione dell’utente,
e quindi una sua maggior attenzione
tramite l’iscrizione si ottengono i dati profilati dell’utenza
(in modo infinitamente più rapido che attraverso coupon)
si può quindi procedere ad attività di one-to-one marketing.
I benefici di questo tipo di pubblicità sono quindi evidenti, e questo
strumento entra di diritto fra le frecce nella faretra dell’online marketer.
Però…
Però il livello dei giochi spesso è veramente basso, produzioni
scadenti che possono allettare l’utente solo grazie ai premi che si
possono vincere, e non generano sicuramente quel rapporto utente-marchio ventilato.
L’attenzione, poi, è insita nel mezzo internet e se è
vero che il gioco può coinvolgere maggiormente, già di per se
il veicolo è un mezzo che vede l’utente attivo e non passivo
(quale quello televisivo).
Non tutti i giochi sono adatti ai target che si vogliono raggiungere: ogni
caso deve essere studiato e trattato per le sue peculiarità.
Queste osservazioni vorrebbero evidenziare come l’advergame non sia
la panacea per la pubblicità su internet, ma il loro utilizzo deve
essere valutato nella strategia di comunicazione complessiva.
Dai dati di profilazione emerge che chi partecipa a questi giochi appartiene
alle categorie più appetibili (delfini, manager, se donne con alto
potere di consumo); il buonsenso rende però difficile associare queste
categorie agli advergame loro proposti…
Anche questi dati sembrano sottolineare come nel mondo internet spesso ci
si lasci trascinare dalle mode, senza valutare le opportunità per quello
che sono.
Avanti quindi con gli advergame, ma con cautela!